Scorcio caratteristico di Vedano

Vedano al Lambro è situato a Nord-Est del capoluogo lombardo, nella terra di Brianza.
Confina a Sud con la città di Monza, ad Ovest con la città di Lissone, a Nord con il comune di Biassono e ad Est con il Parco di Monza.
Si estende su una superficie di 1,98 Kmq ed è posto in posizione sopraelevata nel territorio della Valle del Lambro.
Ora paese di circa 8mila abitanti, è stato un vicus di origine romana, come testimoniano alcuni ritrovamenti archeologici del 1880.
Di origine incerta, il nome potrebbe derivare o da un gentilizio latino o dalla presenza di luoghi di culto delle dee Vedanie.
In buona parte proprietà dell'Arcivescovo Asperto di Milano che lo cita nel suo testamento dell'11 dicembre 879, Vedano venne poi aggregato al Comune di Milano, passando poi fino al 1829 alla Pieve e al fondo di Desio, nei territori del Contado della Martesana. Infine, nel  1729, passò alla Real Camera e vi furono costruite due Case di Umiliati.
Nell'800 il paese si estendeva anche sul territorio dell'attuale Parco di Monza, comprendendo quindi le importanti ville Mirabello e Mirabellino, il mulino del Cantone, la Fagianaia Reale, la Cascina Fontana, l'Autodromo e l'Ippodromo. Nel 1928 questa parte del territorio venne assegnata al Comune di Monza.

Della Chiesa Parrocchiale, che nelle sue forme attuali è della fine dell'800, ci sono notizie fino dalla metà del 500: doveva trattarsi di un edificio di piccole dimensioni, con una torre campanaria sulla destra e sullo stesso lato il cimitero. Dopo varie ristrutturazioni e ampliamenti, nel 1842 venne costruito l'attuale campanile e nel 1860 il Consiglio Comunale deliberò l'acquisto di cinque nuove campane.
La Chiesa venne dedicata a S. Stefano nel 1899 e il pittore Tagliaferri fu incaricato di dipingere la cupola, l'abside e le lunette delle navate laterali.Nel 1955 il pittore monzese Vilasco Fiorentino completò le decorazione della chiesa con quattro affreschi situati sulla volta della navata centrale e raffiguranti il Beato Gentile da Vedano, la Pentecoste, la Madonna della Misericordia venerata dai fedeli e S. Giuseppe Artigiano con Gesù giovinetto.
Abbiamo, inoltre,  nella cupola la Glorificazione di S. Stefano e i quattro Evangelisti, al centro dell'arco trionfale l'Adorazione dell'Angelo mistico e nel catino absidale le tre Virtù Teologali.
Ai lati del presbiterio sono poi appese tele seicentesche che raffigurano la nascita e la morte della Madonna, mentre sulla parete interna dell'ingresso è rappresenta l'Adorazione dei Magi.

L'Oratorio di S. Maria delle Selve, al confine con Biassono, ha origini molto antiche: forse si tratta della stessa cappelletta che esisteva già prima del 1300 e il cui piazzale fu, fino al 1574,  luogo di ritrovo e allestimento di fiere.
Nel 1604 la fiera fu visitata dal Cardinale Federico Borromeo, che lasciò scritto:

" Nella nicchia è riposta un'immagine egregia della Beatissima Vergine che porta il figlio Cristo, immagine di marmo bianco scolpita con arte. Sulla porta si vede un'immagine della B.V. Maria scolpita."

Nel 1842 l'edificio fu integralmente rimaneggiato in concomitanza con l'edificazione della Villa Litta e venne aggiunta la torre, costruita in stile Tudor. L'Oratorio fu restaurato nuovamente nel 1891 in stile rinascimentale lombardo per iniziativa di Eugenia Litta, la quale decise di ricavare nella torre il sepolcro di famiglia.
L'Oratorio è ora di proprietà dell'Ospedale Maggiore di Milano.

Ricordi: a cura di Vittorio e Gabriella Farchi

Ringraziamenti del sindaco